La Storia

Una storia lunga 500 anni

Le origini della parrocchia di "S. Maria del Soccorso" risalgono al 27 maggio 1631, quando la parrocchia del Soccorso fu fondata con decreto di Mons. Annibale D'Afflitto.
Una splendida storia lunga quasi 500 anni quindi che si è cercato di riportare anche online, prendendo spunto da varie fonti citate di seguito con l'obiettivo di fare memoria, che come scrive Marisa Delfino è "spazio per rendere grazie al Signore per i doni ricevuti, per l'autentica fraternità che abbiamo vissuto, per le gioie e i dolori che abbiamo condiviso, è spazio in cui il cuore si apre alla consapevolezza che Dio si serve di ciascuno di noi per scrivere la storia della Salvezza, se noi ci lasciamo toccare e convertire dalla sua Grazia".

La devozione alla Madonna del Soccorso

Il culto della Madonna del Soccorso risale al XIV sec. in ambito siciliano. Nel 1306, infatti, il P. Nicolò Bruno, Priore del Convento di S. Agostino in Palermo, fu miracolato dalla Vergine che apparendogli in sogno gli impose di farla invocare con il titolo del Soccorso. Da lì, nel Martirologio e nel Divino Ufficio dei Padri Agostiniani, al 13 maggio, si legge: "Festum B.M.V. de Succurso", segnata per i festeggiamenti esterni alla domenica ultima di settembre.
Questa festa, che ebbe origine nella città di Palermo, poi si diffuse in tutta la Sicilia e passò al continente, specialmente a Napoli, e quindi nelle altre parti del mondo.

Come racconta Enzo Zolea in un prezioso lavoro storiografico, la prima testimonianza di devozione in Calabria è a Scido (RC), con una statua marmorea della Madonna del Soccorso nella chiesa parrocchiale attribuita ad Antonello Gagini (XVI sec.).

La presenza a Reggio dei PP. Agostiniani sin dalla metà del XV sec. favorì la diffusione di questo culto, e nel 1631 il Vescovo Mons. Annibale D'Afflitto, palermitano, fondò la parrocchia, laddove esisteva la Chiesa di S. Maria de Succurso, il cui territorio spaziava tra i torrenti Calopinace e S. Agata, lungo la via "Sbarre inferiori".

In un'epoca storica in cui erano frequenti le scorribande degli arabi e dei turchi sulle nostre coste, Mons. Nicola Ferrante scrive: "S. Maria del Soccorso trae la sua origine dalla fiducia posta dalle popolazioni cristiane alla Madonna, come Colei che aiuta, protegge, difende, sovviene nei pericoli. Ora nessuno ha più bisogno di soccorso degli infelici caduti in mano agli arabi, ai turchi, ai corsari sbattuti tra le onde del mare in tempesta."

Il territorio, da orto della città a "Ferrovieri-Stadio-Gebbione"

Il territorio dove sorse la parrocchia era, nel 1600, prevalentemente agricolo. Tutta la zona era poco abitata perché soggetta a frequenti scorrerie musulmane. L'ultimo grande scontro tra pirati e reggini avvenne nel 1602, vicino alla chiesetta dell'Itria.

Nel 1616 il Vescovo Annibale D'Afflitto affidò alla Chiesa Parrocchiale di S. Nicola delle Colonne il suburbio posto fuori dalla "cinta muraria" della città estendendo così i confini della parrocchia, verso sud, fino al torrente S. Agata.
Questa annessione durò solo pochi anni, perché nel 1631, lo stesso Prelato costituì in detto suburbio quattro parrocchie: Soccorso, Itria, Loreto, e S. Giorgio "extra moenia."
Con la maggiore sicurezza delle coste la popolazione aumentò. Tutta la zona divenne una campagna che forniva la verdura alla città di Reggio. La zona era considerata l'orto della città.

Sul mercato cittadino erano richiesti gli ortaggi di Sbarre. "Con questo termine viene indicata oggi tutta l'area che si estende verso il mare tra il Calopinace e il S. Agata. Era lo sbarramento militare che incontriamo specialmente a Melito e a Siderno. E precisamente le Sbarre dovevano avere inizio dalla linea contrassegnata oggi nella toponomastica cittadina come Via S. Giuseppe. L'illustre studioso Pensabene a proposito del Soccorso così afferma nel suo libro "Roma nel lessico e nella toponomastica Reggina": "Il Soccorso dialetto U succursu, il riferimento alla Madonna è subordinato e secondario".
Si tratta allora di questo. Tra il litorale e questo rione passava la strada reale come la chiamavano gli antichi del '600. Il Soccorso non è altro che il lat. sub cursum cioè la zona sotto, di fronte alla grande strada.
Già dal 1800 risulta terreno coltivato con alberi dì gelso e ortalizzi irrigui. Un tassario del tempo riporta una tassa sulla verdura dove vengono descritti i vari tipi provenienti da Sbarre.
Nella vecchia Reggio gli "sbarroti" portavano i loro prodotti a Porta S. Filippo (attuale Piazza Carmine).
Così descrive la zona: "Lunga la via "reali" che, insinuandosi fra i muri di cinta, attraversa da Nord a Sud la zona indicata come "La Sbarra", la prima contrada che si incontra lato mare è denominata "Ceci" ...ha una ricca articolazione: "Zarzana", "li Palmenti", "Calamizzi", sito pantanoso piantato a canneti e abitato da ranocchie (calamintios) e giunge fino a Monserrato che precede "lo Soccorso".

Nel 1908, la Parrocchia comprendeva tutto il territorio dal Calopinace fino a Torre Lupo limitata da Via Sbarre Inferiori fino al mare.
Tutto il territorio era coltivato a piante di bergamotto ed ortaggi con case lungo la strada e sparse nei giardini.

Dopo il terribile terremoto del 1908 vennero costruite le case per i ferrovieri e case private secondo un piano regolatore dal Calopinace fino al vico Botteghelle (campo sportivo).

Al momento della nascita della nuova Parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso nel 1935, vengono segnati i limiti dal Calopinace al Vico Botteghelle per la Parrocchia del S. Cuore e dal Vico Botteghelle a Torre Lupo per la Parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso.

All'inizio degli anni Cinquanta, si costruiscono e vengono assegnate le prime case popolari, quelle del rione Botteghelle quelle dei lavoratori sul viale Quinto, oggi viale A. Moro, tracciato secondo il nuovo assetto urbanistico del territorio del Gebbione.

È l'inizio di una rivoluzione abitativa, con l'arrivo di tante famiglie da altre zone della città, ma anche con il progressivo sviluppo dell'edilizia privata.
Il terreno, per secoli adibito ad orto e alla produzione del bergamotto, si trasforma in suolo edificabile, attraversato dalle nuove strade di servizio al territorio.

Il territorio del Gebbione si trasforma così da "orto di Reggio" a struttura abitativa dalle caratteristiche di "dormitorio", proprio per la mancanza di adeguati servizi per gli abitanti.

Addirittura nella zona di Torre Lupo nasce un polo industriale, con numerose realtà imprenditoriali, ma soprattutto con le Officine Meccaniche Calabresi, le O.ME.CA., che tuttora resistono, si radica l'unica industria reggina di livello nazionale, capace di occupare numerose maestranze.

La Parrocchia, soprattutto con la nuova chiesa e le strutture pastorali, diventa il primo centro di aggregazione e di formazione sociale per la popolazione residente, assieme alle scuole che man mano vengono costruite per la istruzione dei ragazzi e dei giovani.

La popolazione della ex V Circoscrizione Ferrovieri-Stadio-Gebbione, è attualmente di circa 16.500 abitanti.

Il quartiere comprende i tre originari rioni “Ferrovieri” (sorto dopo il terremoto del 1908 per accogliere i dipendenti delle FS), “Pescatori” (denominato successivamente “Stadio”, a seguito della costruzione del campo sportivo) e “Gebbione”, il cui toponimo fa riferimento alle cisterne per l’irrigazione, diffuse fino all’edificazione avvenuta a partire dagli anni ‘80. Nel tempo il quartiere è divenuto zona residenziale, dapprima per numerose famiglie reggine e successivamente anche per immigrati di prima e seconda generazione.

La fondazione della Parrocchia e la prima chiesa di "S. Maria de Succurso"

La parrocchia di "S. Maria del Soccorso" fu fondata il 27 maggio 1631 con decreto di Mons. D'Afflitto.
A tale epoca risalgono anche i registri più antichi della parrocchia che purtroppo non sono nell'archivio parrocchiale, ma si conservano presso la nuova parrocchia che verrà intitolata "S. Maria del Soccorso al Sacro Cuore".
Si estendeva sulla via Sbarre Inferiori e su tutta la marina, dal torrente Calopinace a quello di S. Agata.

La chiesa di S. Maria de Succurso, dal 1631 chiesa parrocchiale, esisteva già dal 1597, costruita con le donazioni dei fedeli e con un contributo di Mons. D'Afflitto. Essa, di dimensione 15x7 metri, sorgeva al centro topografico.

Intorno 1670, un sacerdote originario di Cardeto, don Francesco Raneri, constatando una particolare devozione della popolazione di Sbarre verso la Passione del Signore e i dolori di Maria SS.ma, fece costruire una chiesetta in contrada Ragaglioti, chiamata chiesa di S. Maria della Pietà, detta del Calvario. In essa fu esposta una icona raffigurante la Vergine ai piedi della Croce con due Giuseppe (probabilmente Giuseppe di Arimatea e il padre putativo di Gesù), due Marie (Maddalena e la sorella di Lazzaro di Betania). Il Cappellano di questa chiesetta fu il sacerdote Michele Tripepi. Così Nicola Ferrante nel libro "La Parrocchia di S. Maria di Loreto a Sbarre in Reggio Calabria" (2002). Nel 1749 la chiesetta era di patronato della famiglia Pugliatti: cappellano era don Giovanni Battista Foti. Probabilmente era ubicata nella zona dove fino a qualche tempo fa operava la divisione nefrologica degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

La Chiesa parrocchiale di S. Maria de Succurso fu fortemente danneggiata dal terremoto del 1783 e fu conseguentemente restaurata e abbellita con alcuni beni provenienti dalle chiese di S. Maria del Monserrato e di S. Maria del Calvario, che scomparve a seguito dello stesso terremoto.

Alla chiesa fu poi aggiunta una campana proveniente dall'antica Abbazia di S. Nicola dei PP. Basiliani, che sorgeva a Calamizzi, anch'essa distrutta dal terremoto del 1783. La campana diventò la maggiore delle due campane.

Con il crescere della popolazione, il Parroco don Demetrio Turiano aggiunse nel 1881 la sacrestia, dopo la donazione di un pezzo di suolo da parte del signor Crisarà, ed edificò la torre del campanile.

L'antica effigie della Madonna del Soccorso, una tela 180x120 del XVI-XVII sec., raffigurava la Madonna degli Afflitti. Essa comprendeva "una Madonna col Bambino in alto, e in basso due Santi (SS. Cosma e Damiano), attenti a prestare, assistiti da un puttino, delle cure ad una figura giacente, mentre un volto di uomo giovane si affaccia dalla destra...". L'antico quadro fu poi con tutta probabilità donato alla chiesa parrocchiale di Cardeto, dove era diffusa la devozione ai SS. Medici e alla Madonna, dal parroco don Demetrio Turiano.

La statua della Madonna del Soccorso, in legno massiccio di stile napoletano, fu poi donata alla fine dell'800 da un devoto per la guarigione della figlia.

Successivamente, il Parroco don Antonino Labate, grazie a una nuova donazione di terreno da parte del signor Silvestro Morabito, trasformò l'antica sacrestia in un'abside della chiesa e costruì una nuova sacrestia. La chiesa fu innalzata di parecchi metri e adornata di un bel cornicione e di una nicchia in pietra di Siracusa, mentre l'altare di marmo fu donato dal prof. Ignazio Pierri.

La vecchia Chiesa Parrocchiale "baracca"

Nel giugno 1909, dopo il tragico disastro tellurico, per la generosità del Santo Padre Pio X fu costruita la nuova Chiesa parrocchiale, conosciuta come Chiesa "baracca", che sorgeva sulla via Sbarre Inferiori.

L'inaugurazione avvenne il 10 giugno 1909, alla presenza di Mons. Cottafavi e del Parroco Antonino Labate.

Sulla via Galilei, inoltre, per venire incontro alle necessità spirituali dei ferrovieri i cui alloggi erano stati costruiti all'inizio del territorio parrocchiale e quindi lontani dalla Chiesa parrocchiale, venne anche edificata un'altra chiesa baracca dedicata al Sacro Cuore di Gesù che funzionava da succursale ed il parroco del tempo, don Antonio Labate, vi si recava per celebrare le funzioni, soprattutto nei giorni festivi.

Col trascorrere del tempo i fedeli della parrocchia, soprattutto quelli della zona nord, erano talmente aumentati, che nella chiesetta succursale fu necessario istituire il fonte battesimale ed anche, in aiuto al Parroco, nominare un Rettore. Sono così succeduti come Rettori diversi Sacerdoti tra i quali si ricordano don Giuseppe Curatola, don Agostino Rousset, don Felice Lo Presti, don Carmelo Malara, don Natale Licari, don Gregorio Alampi, don Rinaldo Calabrò.

È stato un periodo molto fiorente, ricco di impegni di apostolato, sono state fondate le quattro Associazioni di Azione Cattolica.

Nel 1931 agli alloggi per i ferrovieri sono stati aggiunti quelli dei pescatori, fino allora abitanti in baracche malsane sulla spiaggia.

Essendo aumentato così il numero dei fedeli, nel 1935, l'allora parroco di S. Maria del Soccorso, don Domenico Giuffrè, chiese ed ottenne, dalla S. Sede, tramite la Curia Arcivescovile, il trasferimento della sede parrocchiale, dalla vecchia Chiesa di via Sbarre Inferiori alla chiesa baracca di via Galilei. Furono così trasferiti il titolo ed i registri, aggiungendo al vecchio titolo parrocchiale di S. Maria del Soccorso la parola al S. Cuore.

Fu confermato come primo parroco della nuova Parrocchia lo stesso sacerdote Domenico Giuffrè.

Così, anche se per poco tempo, il rione del Soccorso fu privato della sede parrocchiale.
La gloriosa parrocchia, esistente dal 1631, per motivi ambientali finì di esistere nel cuore di "Sbarre", divenne chiesa succursale, il tempio principale era presso il rione dei "Ferrovieri".

La nuova Parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso

La nascita della nuova Parrocchia

Qualche tempo dopo, essendo il territorio molto vasto, la nuova parrocchia del Sacro Cuore fu smembrata e fu creata, con Decreto Arcivescovile di Mons. Puja il 22 febbraio 1935 nella stessa sede di Sbarre-Soccorso, una nuova parrocchia dal titolo di "Santa Maria del Divino Soccorso" il cui primo parroco fu don Rinaldo Calabrò.

Di seguito la Bolla Arcivescovile:

CARMELUS PUJIA
SACRAE THEOLIGIAE DOCTOR DEI ET APOSTOLICAE SEDIS
GRATIA
ARCHIEPISCOPUS RHEGINUS
METROPOLITANUS CALABRIAE ABBAS COMM. S. DIONYSII
DE CATONA
COMES CIVITATIS BOVAE BARO CASTELLACII
PRAELATUS DOM.S.S. ET SOLIO PONTIFICIO ASSISTENS

ADM. R.D. RAYNALDO CALABRO' ANTONII FILIO
PAROCHO ECCLESIAE PAROCHIALIS S.MARIAE DE DIVINO
SUCCURSU IN SUBURBIO VULGO " SBARRE INFERIORI"
SALUTEM ET BENEDICTIONEM IN DOMINO

Per Nostrum Decretum, datura die XXII mensis februarii anni MCMXXXV, territorium Ecclesiae Parochialis B.Mariae de Succursu in Ecclesia SS.Cordis Jesu in ferriviaru simus et in territorio diviso novam Paroeciam ereximus sub titulo S. Mariae V. de Divino Succursu cum limitibus in decreto descriptis et cum sede in Ecclesia jam parochiali B. Mariae Virginis de Succursu in suburbio vulgo "Sbarre inferiori”. In decreto erectionis novae paroeciae. Te Vicarium Oeconomum nominanavimus - Ne autem Ecclesia praedicta suo legitimo Rectore et parocho diu careat, de tuo zelo et solertia conscii, quae in munere Vicarii Oeconomi adimplendo ostendesti. Nos usi facultate a jure Nobis concessa, per quam novam paroeciam sine concursu providere possumus, statuimus ut in praemium laborum tuorum eam Tibi conferamus praevio tamen examine coram Nobis vel Nostro Vicario Generali et tribus Examinatoribus prosynodalibus habendo - Igitur quia Tu Nostrae propositioni assentiens examen sustinuisti coram Nostro Vicario Generali et tribus Examinatoribus prosynodalibus et Nobis idoneus renuntiatus fuisti, praedictam Parochialem Ecclesiam sub titulo B.Mariae Virginis de Divino Succurso.

AD NUTUM TIBI CONFERIMUS ET ADSIGNAMUS

Cum omnibus juribus et pertinentiis suis, cum reditibus eidem propriis et emolumentis solitis et consuetis, cum finibus et confinibus eidem adsignatis vel alio Nostro Decreto adsignandis investientes Te de cura animarum per praesentium expeditionem et committentes Tibi eiusdem Paroeciae regimen, gubernium et administrationem in spiritualibus et temporalibus plenario jure — Ideo mandamus Nostro Vicario Generali ut Te vel procuratorem tuum in dictae Paroeciae realem et actualem possessionem faciat et introducat, praeviis tamen fidei catholicae professione, juramento antimodernistico et juramento de non distrahendis bonis tuae Paroeciae coram Nobis aut eodem Nostro Vicario Generali emittendis — Juribus autem Archiepiscopalibus omnibus, praesertim annuo cathedratico in recognitionem Sedis Metropolitanue, semper salvis et expresse reservatis.

ET ITA CONFERIMUS ET ADSIGNAMUS ET EXSEQUI MANDAMUS

Subscrip.+ Carmelus Pujia Archiepiscopus Rheginus

Don Rinaldo Calabrò primo parroco

Il primo parroco della nuova Parrocchia fu don Rinaldo Calabrò, giovane e zelante sacerdote, che diede vita a tutte le attività parrocchiali: Azione Cattolica, catechismo presso i vari agglomerati di case, solco missionario, carità per i bisognosi e molte altre. Amante dei giovani, grande musicista e organista della Cattedrale, fondò la schola cantorum parrocchiale.

Tra le sue innumerevoli le iniziative, si aggiunge non ultima la costruzione, avvenuta con il concorso dei giovani e degli adulti della zona, accanto alla chiesa di un padiglione adibito ad oratorio. La realizzazione di questa struttura permise l'avvio fecondo di innumerevoli "circoli" dell'Azione Cattolica che ben presto divennero il punto di riferimento di tutte le parrocchie circostanti.

Alla sua morte, avvenuta nell'aprile del 1943, per lungo periodo la parrocchia fu retta dal sacerdote Meduri della parrocchia del S. Cuore.

Don Bruno Pontari nuovo parroco

Dopo la tragica morte di Mons. Montalbetti, il nuovo Arcivescovo, Mons. Lanza, nominò parroco don Bruno Pontari, che prese possesso della parrocchia il 30 aprile del 1944. Fu sua premura raccogliere i parrocchiani dispersi dalla guerra, circa 1300 abitanti, quasi tutti contadini, solo qualche impiegato.

Il Comune di Reggio Calabria deliberava il nuovo piano regolatore della zona sud della Città, favorendo l'insediamento di un'edilizia popolare per lavoratori ed impiegati, tanto che la parrocchia passò da 1300 a circa ventimila abitanti. La nuova situazione era gravosa per un solo sacerdote, tra l'altro con una Chiesa piccola e malsana, per cui l'Arcivescovo Ferro, su richiesta del parroco, nominava Vicario parrocchiale il giovane sacerdote don Salvatore Nunnari.

L'arrivo del novello Sacerdote diede impulso a tutte le attività parrocchiali, in armonia con il parroco, secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, vennero istituiti il Consiglio Pastorale Parrocchiale ed il Consiglio per gli affari economici.

Frattanto la popolazione della zona di Baglio Musolino e di Gebbione per la distanza dalla Chiesa parrocchiale, non poteva partecipare alla celebrazione della Messa festiva. Nel 1962 con la venuta, presso il Convento dei Padri Francescani di della comunità francescana della Provincia Veneta, il Superiore di detta comunità fu pregato dalla famiglia Neri di recarsi nella zona del Gebbione per la celebrazione della S. Messa festiva, così col consenso del parroco, si affittò un magazzino nelle vicinanze, e per quasi un anno i padri francescani provvidero a servire la comunità con la celebrazione di una Santa Messa settimanale.

Nel 1964 don Pontari accoglie come Vicario Cooperatore il novello sacerdote Salvatore Nunnari, che si occuperà della cura pastorale della zona.

Continuando le opere iniziate dal suo predecessore nelle difficoltà createsi nel periodo del dopoguerra, don Bruno ebbe due grandi obiettivi pastorali, la famiglia e l'Azione Cattolica e un unico anelito, quello di far crescere la fede di un popolo fortemente legato alla sua terra.

Dopo essersi dedicato a servire la comunità e a costituire il Consiglio Pastorale, nel dicembre 1969, con l'aiuto degli Enti locali e dei parrocchiani, portò a compimento la costruzione della nuova chiesa, costruzione giustificata dalla rinnovata geografia della Parrocchia con tante famiglie e con l'aumentato numero di fedeli, dopo una battaglia durata 22 anni.

Nel 4 giugno 1983, compiuti i 75 anni lasciò le redini della Parrocchia a don Salvatore Nunnari, con cui già collaborava fianco a fianco, amorevolmente e proficuamente da diversi anni.

Insieme - Costruiamo la comunità

Nel 1974 viene fondato il periodico parrocchiale "Insieme - Costruiamo la comunità" da Mons. Salvatore Nunnari. Primo direttore del Giornalino è stato Enzo Zolea, cui succede prima Giuliano Quattrone e successivamente Marisa Delfino. Tra i primi redattori troviamo Salvatore Bilotto, Emilio Campolo, Domenico Dascola, Basilio Di Lorenzo, Giuliano Quattrone, Roberto Aiello, Luciano La Face, Tania Filippone, Costantino Tripodi, Mariolina Zolea, segretario Salvatore Mannino poi sostituito da Silvio Calabrò e amministratore Luciano Roto.

Grazie ad un importante lavoro di digitalizzazione, offerto dall'associazione sportiva parrocchiale Nuovo Basket Soccorso, le edizioni di Insieme sono adesso disponibili online a partire dalla prima edizione tipografica che risale all'agosto 1975.
Lo scopo è quello di fare custodia della memoria della comunità e della sua splendida storia che continua ancora a oggi e rendere facilmente fruibili pagine di preziosi racconti e ricordi che hanno segnato la vita e le vite della nostra comunità, del quartiere e della città.

Il padiglione

La vecchia chiesa, edificio in mattoni e lamiere, è stata in grado di resistere più di mezzo secolo, così come il vecchio campanile, anche per l'impegno dei parroci e dei fedeli nell'assicurare una manutenzione adeguata.
Ma un altro luogo simbolico e una seconda chiesa era il padiglione. Per tantissimi giovani il padiglione ha rappresentato un sicuro punto di riferimento, un luogo d'incontro, una fucina di idee e di realizzazioni.

Il salone era diviso in fondo da una parete in legno per ricavare, pur nella ristrettezza dei locali, un altro ambiente utile per le tante necessità della Parrocchia.
C'era anche un ufficio di segreteria di dimensioni ridottissime dove venivano consumati gli incontri del gruppo di Presidenza della G.I.A.C., uno dei rami dell’Azione Cattolica di allora.

Vi era un via vai continuo, incessante tra chiesa e padiglione, quasi si trattasse di due vasi comunicanti.

Come ricorda Enzo Zolea, "quel vetusto locale ha visto nascere molte delle iniziative che ancora caratterizzano la vita sociale e religiosa della nostra Parrocchia. Il primo presepio in grande stile è stato costruito proprio lì nel Natale 1967. La Festa Canora, nata con l'intenzione di mettersi al servizio dei ragazzi del quartiere per i quali l'unico modo per trascorrere il tempo libero era stare in mezzo alla strada. Per i ragazzi, le Olimpiadi, il doposcuola, il catechismo: tutto dentro il padiglione e se non bastava, fuori, all'aperto. II padiglione era anche luogo anche di cultura. Va, fra tutte, menzionata l'attività di cineforum, le lezioni di lettura filmica. Nasce anche lì l'idea del giornale, di un mezzo di comunicazione che potesse entrare in tutte le case, una cassa di risonanza delle tante iniziative che scaturivano nelle varie riunioni ed uno strumento che potesse raccogliere le varie voci della gente sui problemi che affliggevano il nostro quartiere. È nato così "Gioventù", un periodico ciclostilato: era l'anno 1966. L'Azione Cattolica degli Anni Cinquanta, Sessanta e Settanta s'è formata tra i muri del padiglione. La prima riunione mista, tra maschi e femmine, si è tenuta proprio nei locali del padiglione.

Il padiglione rimane caro a tutti noi per le amicizie che ha creato, per i legami che ha fatto nascere, le coscienze che ha formato. Fra quei muri scalcinati, eppure tanto amati, riprova che non sono sempre le strutture a creare l'"uomo", abbiamo costruito la nostra personalità, si è radicata giorno dopo giorno in ciascuno di noi quell'etica professionale che accompagna il nostro vivere quotidiano."

La nuova chiesa di Santa Maria del Divino Soccorso

Nel Febbraio 1968 fu nominato Rettore della Chiesa di S. Luca il sac. Can. don Antonino Pignataro.
Dopo un anno la Chiesa fu eretta in parrocchia e affidata alle cure pastorali del sac. Gaetano Cosentino.
La parrocchia di S. Maria del Divino Soccorso ha dovuto cedere una gran parte di territorio con relativo numero di anime, che nonostante la divisione la riconoscono come madre.

Ma il numero degli abitanti della Parrocchia continuava a crescere e passò da 1.300 a quasi 6.000, così la vecchia Chiesa non poteva più contenere il gran numero dei fedeli.

Marisa Delfino ricorda che "cominciò così la “ battaglia”, durata 22 anni, dell’indimenticabile parroco del tempo, don Bruno Pontari, per ottenere il nuovo edificio di culto per i suoi fedeli; nell’archivio storico della nostra Diocesi è custodito un voluminoso carteggio che testimonia questa battaglia fatta di richieste, suppliche, incontri con autorità civili ed ecclesiali; il parroco Pontari bussa alla porta della sua gente, chiedendo aiuto economico per costruire la nuova chiesa. Si legge su una immaginetta dell’epoca : “Devoti di Maria, inviate la vostra offerta sul conto corrente della Parrocchia del Soccorso. La Madonna vi ricompenserà”. E la gente del Gebbione, seppur di condizione socio-economica modesta, non delude le aspettative del suo pastore. E finalmente arriva il momento atteso dal parroco e da un popolo caratterizzato da una fede convinta e da una grande devozione alla Madonna, invocata con il titolo di Santa Maria del Divino Soccorso.

Il 19 dicembre 1969 Mons. Ferro consacra l'altare e benedice la nuova chiesa, progettata dall'Arch. Anna Sbaraccani Anastasi, consegnandola alla comunità all'interno di una emozionante celebrazione solenne.
A presiedere la Santa Messa il venerabile mons. Giovanni Ferro, allora Arcivescovo di Reggio Calabria.
Sono presenti tantissimi fedeli, che, non trovando posto all’interno del sacro edificio, seguono la solenne celebrazione eucaristica dall’esterno, nonostante il freddo pungente perché nessuno vuole mancare ad un appuntamento così importante. La piazza non esiste ancora, davanti alla chiesa c’è terra battuta e passeranno diversi anni prima che sia realizzata; chi c’era ricorda quella celebrazione caratterizzata dall’entusiasmo e dalla gioia di una comunità in festa.

Comincia così un altro pezzo di storia della parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso; la chiesa aperta al culto quella sera era ancora incompleta, la facciata era rustica, mancavano le opere di ministero pastorale. Piano piano, con l’impegno dei parroci che da allora si sono succeduti (don Bruno Pontari, don Salvatore Nunnari, don Ercole Lacava, don Giorgio Costantino) la chiesa è stata completata, arricchita, abbellita, tante opere di ministero pastorale sono state realizzate ma soprattutto, tanti fedeli hanno costruito, nella nuova chiesa, una storia di fede personale e comunitaria che continua ancora... sotto lo sguardo dolcissimo di Maria, con la fede dei padri : “Ave Maria, sia perpetuo all’alma mia o gran Madre, il tuo soccorso, quando a Te farò ricorso, mostra allor la tua pietà”.

Il legame con Santa Venere

Nel 1970, mentre a Reggio scoppiavano i primi fuochi della rivolta per il capoluogo, alcuni giovani insieme a don Nunnari salivano a Santa Venere. Un legame sempre più forte, destinato a durare nel tempo si instaura con la gente del posto. Qui si costruisce la chiesa, giovani studenti si improvvisano muratori, carpentieri, imbianchini. Si dona fatica, si ricava tanta amicizia, si cresce in umanità alla scuola della gente umile e laboriosa delle campagne.

Nel 1978 la vecchia, cara Chiesa "baracca" viene abbattuta e una campana viene donata alla Chiesa di S. Venere, mentre un'altra sarà successivamente collocata nel campanile della nostra Cappella del SS. Sacramento.

La Settimana Mariana

Un appuntamento annuale che ha toccato e continua a toccare i cuori di molti nel nome di Maria è la festa in onore della Madonna del Divino Soccorso, che si svolge ogni anno tra la fine del mese di agosto ed i primi giorni del mese di settembre. La prima che si registra si svolse il 7 settembre 1947.

Come scrive Costantino Tripodi "tutti sono coinvolti nel momento di festa di Settembre, poiché la storia di questa parrocchia trova nella propria Madonna, Madre di Gesù e Madre nostra, la sintesi della propria appartenenza, relativa alla vita della comunità che fin da tempi ormai lontani, prima ancora che lo sviluppo edilizio cambiasse la fisionomia del quartiere, ha sempre trovato in Lei la guida e il sostegno."

Maria, portata in processione dai Portatori, visita i vari luoghi del quartiere dove viene celebrata la Santa Messa itinerante, segno di una presenza di Madre che vuole abbracciare davvero tutti. Particolarmente suggestiva, da questo punto di vista, è la visita della Madonna ai pescatori, lungo la spiaggia di Calamizzi.

Come ricorda Nino Russo, "negli anni dal dopoguerra fino alla fine degli anni 60, la processione, tenuta solo nella prima domenica di settembre, data canonica della festività della Madonna del Soccorso, prevedeva un percorso estremamente lungo, essendo il Soccorso la sola parrocchia presente nel tessuto urbano compreso tra lo stadio comunale e il torrente Sant’Agata. La rivolta degli anni ’70 interruppe questa tradizione, che riprese con metodi più aderenti alla nuova realtà parrocchiale verso il 1974."

Scrive il monfortano P. Ugo Paccagnella nel 1976: "Avevo bisogno di rientrare in me stesso per convincermi che veramente era la processione quella che si snodava in queste sere per le vie del Gebbione, quasi incredulo che tante persone manifestassero pubblicamente, in una forma tanto semplice e suggestiva, ma vera, la propria fede e l'amore alla Madre di Dio. Bella nella sua semplicità, seria nella sua compostezza la processione dalla chiesa al rione andava facendosi per strada, momento per momento ... E il pensiero correva spontaneamente ai cortei che le folle di Galilea improvvisavano al Cristo. Un delicato battimani ricomposto subito in preghiera scandiva il fermarsi e il proseguire del cammino, permettendo ai portatori un breve riposo...E ci si ritrova nei cortili l'uno accanto all'altro, la mamma con il piccolo in braccio, il giovane, l'anziano, il ragazzo, genitori provati e giovani coppie, bambini che nella loro vivacità imprimevano la nota caratteristica della gaiezza ad una funzione che doveva avere solo la gioia del trovarsi insieme."

La settimana prevede un percorso itinerante lungo le vie del quartiere. Le riflessioni e la predicazione hanno visto figure importanti che hanno impreziosito ancora di più spiritualmente questo momento di meditazione sulla Madre di Dio, come ad esempio ricordiamo P. Arnaldo de Vidi nel 1975, P. Ugo Paccagnella nel 1976, don Ercole Lacava nel 1979 (ancora prima di diventare Parroco della comunità), P. Giovanni d'Ercole nel 1980, P. Angelo Epis nel 1981, Padre Barbera nel 1982, Padre Silvano Marisa nel 2006.
Dal 2008 al 2019 le riflessioni e l’animazione sono state affidate da Mons. Giorgio Costantino ai Padri Marianisti, in particolare a P. Antonio Collicelli, P. Gianpaolo Boffelli e P. Luigi Paleari, ispirandosi a Maria, prima educatrice, hanno ogni anno arricchito spiritualmente la comunità, visitando anche gli ammalati e gli anziani, confessando e sostenendo quanti vogliono confrontarsi e crescere nella fede.

La settimana include inoltre momenti di aggregazione sociale, pomeriggi e serate di gioco, sport, sagre, cultura e spettacoli musicali, come ad esempio la Festa Canora che ha visto oltre 20 edizioni, spettacoli teatrali e folcloristici, come ad esempio i musical organizzati da generazioni di giovani e adulti della parrocchia, e preziosi momenti per ricordare chi segna e ha segnato in maniera speciale la vita della comunità, come ad esempio la Borsa di Studio "Sasà Versace", il Trofeo "Marisa Nasso" e il Memorial "Nino Delfino", i premi "Sport è....Vita" e "Sport è...Servizio", il Premio "Testimonianza e Servizio".

Le grandi Missioni al popolo

"La Missione è il Signore che passa, che viene a visitare il suo popolo, uno per uno. È un incontro col Padre per ritornare fratelli, è una effusione di Spirito del Risorto che ci riunisce, di tanti ci fa un corpo solo".

Le Missioni al Popolo hanno sempre costituito un momento di particolare grazia del Signore per un risveglio spirituale della comunità della Parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso e per un annuncio che vuole raggiungere tutto il popolo.

Si ricordano sette Missioni al popolo svoltesi in Parrocchia, 1954, 1964, 1966, 1968, 1986, 2001, 2012.

Particolarmente significativa è stata quella del 1986, ricordata dalla statua di Cristo, cuore del Mondo, dono del Parroco don Bruno Pontari e posta all'ingresso esterno della chiesa, ma davvero tutte le Missioni hanno portato grandi frutti spirituali.

La Missione al Popolo del 1986

La missione del 1986 fu promossa dal Parroco Don Salvatore Nunnari e si svolse tra il 13 e il 23 Novembre 1986.
È stata una missione che ha visto una partecipazione straordinaria di fedeli, che ha davvero raggiunto e toccato tutti.

Di seguito un servizio dei missionari pubblicato sulla Rivista "Porziuncola", periodico mensile mariano francescano del gennaio 1987:

"Si parte per una missione un po' come per un'avventura. Non credo che fosse molto diverso lo stato d'animo dei discepoli di Gesù, quando Egli "li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo, dove stava per recarsi" ( Lc 10,1), ad annunciare l'imminente arrivo del Regno di Dio.Sappiamo almeno l'entusiasmo del loro ritorno, quando potevano riferire: "Signore, anche i demoni si sottomettevano a noi nel tuo nome" (Lc 10,17).

Così siamo partiti anche noi, per Reggio Calabria, il 12 novembre 1986: tutti i novizi francescani del convento di San Damiano di Assisi con il loro Padre Maestro e una decina di altri frati sacerdoti della Provincia Serafica Umbra. Destinazione la parrocchia reggino di Santa Maria del Divino Soccorso. Una parrocchia di creazione relativamente recente ai margine della grande città in espansione con circa tredicimila anime, guidata da don Salvatore Nunnari, un sacerdote pieno di zelo e vitalità, in perfetta sintonia e rispetto con il suo predecessore don Bruno Pontari, tuttora presente e attivo, che, in occasione della missione ha offerto una grande e bella bronzea del Maestro divino sovrastante un globo con la scritta "Fare di Cristo il cuore del mondo".

A Reggio ci avevano preceduto il p. Stefano, direttore della Missione e p. Rino, più un gruppo di Suore francescane missionarie di Maria e di Gesù Bambino; cinquantaquattro in tutto. Ci accingemmo subito, secondo uno schema ormai collaudato, al lavoro che ci attendeva: visita a due a due nella singole famiglie per portare in nome di S. Francesco l'annuncio evangelico e offrire l'opportunità di aprire un dialogo che doveva poi avere il suo seguito nei momenti più significativi della missione: i "centri di ascolto" sui temi di Gesù Salvatore e della Chiesa, animati dai vivaci interventi dei partecipanti; le assemblee eucaristiche del pomeriggio, nella quali la Parola di Dio veniva annunciata in forma più solenne e impegnativa dai vari sacerdoti; i momenti di preghiera comunitaria, nei quali la Chiesa si affollava spontaneamente per la partecipazione di fedeli soprattutto giovani.
Su questo che costituiva come lo schema di sostegno della missione, si è animato l'incontro personale divenuto di giorno in giorno più intenso ed incisivo, più amichevole e familiare; e gli incontri di gruppo per categorie: insegnanti, operai, studenti, animatori parrocchiali, coniugi, ecc. Innumerevoli e in perfetto contatto con i missionari la presenza dei giovani.

Momenti particolarmente significativi sono stati l'assidua frequenza dei fedeli alle tante ore quotidiane di adorazione, durante le quali era offerta a tutti l'occasione di un incontro con sacerdoti per colloqui o confessioni; la Via Crucis per le vie della parrocchia; l'azione letificante dei giullari e gli affollati incontri sotto la tenda mobile per coinvolgere nell'atmosfera della missione i più lontani e meno interessati; la celebrazione eucaristica e l'Unzione degli infermi per anziani e malati svoltasi in clima di vivissima commozione; soprattutto la solenne concelebrazione conclusiva della missione nella vasta Piazza antistante la e chiesa parrocchiale, affollata in quella mattina di eccezionale tepore e luminosità da gente di ogni età, soprattutto da coniugi che in presenza dei loro figli rinnovarono le promesse fatte nella celebrazione del rito matrimoniale, rinnovando gli impegni di amore tra loro e verso la famiglia.

Applauditissimo era stato la sera precedente il recital organizzato da frate Massimo per rievocare l'avventura spirituale di S. Francesco e S. Chiara.

L' addio dei missionari ebbe luogo nella cattedrale di Reggio in presenza della Madonna della Consolazione, benedicendo la città calabra con le stesse parole che S. Francesco morente rivolse ad Assisi. Questo il rapidissimo profilo esteriore di dieci giorni di missione.
Ma la missione è ben altro: sono giorni di grazia in cui l'azione di Dio si fa manifesta e l'opera dei missionari è soltanto occasione a questo irrompere della Grazia in mezzo al popolo di Dio; è un intessersi di incontri e di legami profondi, che offrono a tante anime l'opportunità di aprirsi e por fine a una lunga inquietudine interiore.
Dalla missione tutti si esce arricchiti. E si riporta con sé non soltanto il ricordo di volti e di persone conosciute e divenute amiche, ma la memoria di contatti spirituali, di sorrisi riaperti alla gioia del perdono divino, che impegnano a pregare perché l'effetto missione divenga durevole e si consolidi per un perenne afflusso di Grazia."

La Missione al Popolo del 2001

La missione del 2001 fu promossa dal Parroco Don Ercole Lacava e si svolse tra il 16 e il 23 Settembre 2001.

Domenica 16 settembre alle ore 18,30 presso la Sacra edicola dell'Ecce Homo in via Sbarre Inferiori, il Parroco don Ercole Lacava ha accolto i Missionari che hanno animato nella parrocchia la missione popolare e con un nutrito numero di fedeli ha guidato la processione fino alla Chiesa parrocchiale.
Qui è stata
celebrata la S.Messa presieduta dall' Arcivescovo Vittorio Mondello. Nella sua omelia l'Arcivescovo ha ribadito fortemente l'importanza di una testimonianza quotidiana che attinga forza ed entusiasmo dalla Parola di Dio e dalla partecipazione ai sacramenti.

Tra le altre cose il Presule ha detto che "lo scopo della Missione non può limitarsi ad invitare i singoli fedeli alla conversione e al rinnovamento della loro vita, ma deve tendere a far scoprire a tutti l'appartenenza alla Chiesa, al Popolo di Dio, insieme al quale si è salvati e col quale si può annunciare e testimoniare Cristo. Sarei ben felice di poter constatare che dopo la Missione la Comunità parrocchiale del Soccorso si presenta sempre più come una Comunità i cui membri sono un cuor solo ed un'anima sola. Sarebbe una grande ricchezza per la nostra Chiesa Diocesana e ci permetterebbe di guardare al futuro dell'evangelizzazione con rinnovata speranza".

Dopo l'omelia il padre Antonio Martella, ministro provinciale dei Frati Minori di Calabria e coordinatore della Missione al popolo ha fatto l'appello dei missionari. I chiamati a portare l'annuncio evangelico alla nostra comunità sono stati 47 (5 sacerdoti, 7 frati, 27 seminaristi, 6 suore, 2 novizie). Dopo l'appello l'Arcivescovo ha invocato sui missionari la benedizione del Signore e poi ha consegnato a ciascuno il TAU augurando un servizio ricco di frutti copiosi. Durante la settimana i missionari sono stati impegnati con le visite alle famiglie (2230 le famiglie visitate), l'animazione dei centri di ascolto, gli incontri con i vari gruppi presenti in parrocchia. La gente si è dimostrata accogliente, aperta ed ha chiesto spesso la benedizione della propria abitazione. Alcuni hanno messo a disposizione la propria casa per ospitare i Centri di ascolto, ben 47 effettuati, che hanno visto la partecipazione di circa 700 persone durante le quattro serate. La partecipazione è stata più numerosa li dove si è potuta curare meglio la sensibilizzazione e dove tra le famiglie c'era una conoscenza o amicizia. È stata spesso evidenziata dagli stessi partecipanti l'importanza dell'esperienza anche come occasione per socializzare e conoscersi meglio.

Nei locali della parrocchia si sono svolti i centri di ascolto per i giovani e gli incontri con i genitori dei bambini del catechismo e dell'ACR, molto partecipati. Frequentati anche gli incontri con gli operatori pastorali, i volontari, il gruppo del Rinnovamento nello Spirito e dell'Azione Cattolica. Le Scuole materne ed elementari e le scuole medie inferiori e superiori sono state visitate dai missionari.

Commovente la visita a tutti gli ammalati della Parrocchia ai quali i missionari hanno portato una parola di conforto.
Il segnale che ci ha lasciato la missione parrocchiale, evidenziata nei vari incontri, sia personali che con gente del Soccorso, è che la gente ha bisogno di conoscere di più la Parola ed avvicinarsi ad essa "per vivere in pienezza il messaggio cristiano e rendere ragione della speranza di far fronte ad un mondo bisognoso di verità e di salvezza."

Domenica 23 settembre, durante la celebrazione Eucaristica, il Parroco ha salutato i missionari e li ha ringraziati per il lavoro apostolico svolto in parrocchia. Con l'augurio che "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova" i missionari si sono congedati dalla comunità dopo un momento di festa.

La Missione al Popolo del 2012

La Missione al Popolo del 2012, promossa dal Parroco Mons. Giorgio Costantino, si è svolta dal 19 al 25 Marzo 2012, durante il periodo di Quaresima.
La Missione, intitolata "Sulle orme di Cristo", è stata animata dal Movimento Ecclesiale "Apostoli della Parola" con numerosi missionari che per tutta la settimana hanno fatto visita alle famiglie della comunità e animato i Centri di Ascolto.
Dopo la Via Crucis del venerdì, la Missione si è conclusa con una Solenne Celebrazione il 25 Marzo 2012, nell'ultima Domenica di Quaresima.

L' Azione Cattolica "Vittorio Bachelet"

L'Azione Cattolica è stata avviata nella nostra comunità dal primo parroco don Rinaldo Calabrò ed è stata una presenza viva e impegnata sia nella vita della Parrocchia che in quella del quartiere e della città.
don Bruno Pontari scriveva "In questo mio lavoro ho la gioia di avere accanto l'Azione Cattolica che rigogliosa fiorisce [...], la pupilla dei miei occhi".

Come scrive Ascenzio Campagna, già Presidente dell'Azione Cattolica "Vittorio Bachelet", "l'A.C. non è una generica esperienza di gruppo, ma un cammino particolare, vissuto nella Chiesa e secondo le indicazioni del Concilio. Essa propone il suo progetto ai cristiani attenti alla vita della Chiesa e disponibili a servirla, ciascuno secondo i suoi carismi. L'A.C. è un'associazione squisitamente laicale e vuole aiutare e stimolare la partecipazione di tutti alla vita della comunità parrocchiale. Pur essendo articolata in settori e movimenti, essa vive in una dimensione unitaria, sforzandosi di dare a tutti un'autentica testimonianza di unità e di collaborazione."

Una storia lunga oltre 150 anni quella dell’Azione Cattolica Italiana che continua giorno dopo giorno, passo dopo passo, rinnovandosi nei suoi aderenti e nelle strutture organizzative ma mantenendo fermi i principi fondamentali che da sempre la contraddistinguono e la rendono come scriveva Paolo VI vera “scuola di santità”.

Come scrive Giuseppe Martino, già Presidente dell'Azione Cattolica parrocchiale, "l’Azione Cattolica vuole essere presenza significativa, discreta e forte, fondata, come Maria, sul SI che è: SI a Dio, SI alla Chiesa, SI all’Uomo, SI alla Storia.
Nel SI a Dio è espressa la consapevolezza che Lui ci chiama alla Santità. Di questo anelito, in questa luce i soci di Azione Cattolica , vivono, respirano, si muovono, esistono.
Il SI alla Chiesa è il si a questa Chiesa, alla Chiesa particolare che è la nostra diocesi, alla comunità parrocchiale, al nostro parroco a cui sempre rinnoviamo l’impegno di fedeltà, lealtà, condivisione.
SI all’Uomo, a tutto l’uomo, a tutti gli uomini e le donne. I gruppi di Ac sono sempre gruppi aperti, in cui tutti possono e devono sentirsi accolti, parte di un progetto, coinvolti in maniera unica ed originale.
Il SI alla Storia sta ad indicare che noi viviamo qui e ora e che hic et nunc, qui e ora, siamo chiamati ad amare, ad essere fedeli, a condividere, ad annunciare, senza nostalgie, voltandosi indietro solo per non smarrire la propria profonda identità, ma con lo sguardo sempre attento e pronto a scrutare i segni della presenza di Dio, che nel quotidiano, nell’oggi, si fa ancora carne, esperienza, storia."

L'Azione Cattolica "Vittorio Bachelet" è fortemente impegnata nel territorio, sia del quartiere sia cittadino.
Si ricordano ad esempio le attività di "Mani in Piazza" che nel 2006 e nel 2019 hanno visto tantissime persone, dai più giovani ai meno giovani dare il loro contributo per la riqualificazione della piazza, del giardino parrocchiale e del Campo "Domenico Dascola". O il censimento effettuato su tutto il territorio parrocchiale, come prezioso strumento per identificare i bisogni della comunità.

I membri di AC sono stati protagonisti di svariate giornate di campo-lavoro nella Casa "Madonna del Sorriso" di Gornelle, luogo particolarmente significativo per tanti che si sono formati e arricchiti spiritualmente durante i campi estivi parrocchiali.

L'Azione Cattolica parrocchiale, insieme al Nuovo Basket Soccorso, ha inoltre completamente riqualificato e reso di nuovo agibile una palestra, simbolo per il territorio, chiusa da svariati anni e che ha visto crescere generazioni di parrocchiani. La palestra appartiene all'Istituto Comprensivo "Alvaro-Gebbione" ed è stata re-inaugurata il 23 Novembre 2018 alla presenza delle maggiori autorità cittadine, come anche riportato da un articolo dell'Avvenire di Calabria.
La palestra è stata intitolata a Marisa Nasso, medico, educatrice e praticamente da sempre impegnata in Azione Cattolica, specialmente nel gruppo coppie-famiglie ed ex-atleta di pallavolo e primo presidente della storica Virtus Reggio.

L'Azione Cattolica parrocchiale, inizialmente divisa nei due rami, maschile e femminile, è stata poi unificata e intitolata a Vittorio Bachelet, giurista e politico italiano, Presidente nazionale dell'Azione Cattolica per due mandati durante il periodo chiave del Concilio Vaticano II e promotore una nuova corresponsabilità dei laici nella vita della Chiesa.

Le Suore Figlie della Sapienza

Dopo la permanenza delle Suore Francescane, una presenza altamente significativa per la Parrocchia sono state le Suore Figlie della Sapienza.

Le Suore, che hanno arricchito e servito la nostra comunità per molti anni, appartengono alla Congregazione delle Figlie della Sapienza, nata il 2 febbraio del 1703 dalla ispirazione di S. Luigi Maria Grignon dì Montfort e della Beata Maria Luisa Trichet, in un travagliato momento della storia della Chiesa e del mondo.

Le Figlie della Sapienza in cammino, con Maria nella Chiesa, vogliono esprimere con tutta la vita la ricerca d'amore per l'umanità ferita e hanno concretizzato questo soprattutto nel loro impegno costante a Casa Accoglienza, che hanno avviato con cura e amore e nei gruppi di persone anziane seguite da loro.

Frutto della loro preziosa presenza, oltre alle attività di Casa Accoglienza e del Centro di Ascolto, è stata la nascita del gruppo "Amici della Sapienza" che si propone di vivere la spiritualità monfortana.

Don Salvatore Nunnari nuovo parroco

Don Nunnari fu nominato vicario adiutore nel 1975, assumendo la responsabilità della parrocchia.

Il 1 Novembre 1977 viene inaugurato e benedetto l'Oratorio per il catechismo intitolato a don Rinaldo Calabrò, alla presenza dell'Arcivescovo Mons. Aurelio Sorrentino.

Il titolo di parroco era sempre di don Pontari, a cui don Nunnari mostrerà incessantemente la sua gratitudine per quanto fatto per la comunità, e al compimento dei settantacinque anni, Mons. Sorrentino ne accolse le dimissioni e nell'agosto del 1983 don Nunnari veniva ufficialmente nominato Parroco.

Don Salvatore continuerà quanto fatto dal "suo amato predecessore" e continuerà a far crescere la comunità puntando al coinvolgimento di tutti per un vero cammino insieme. Da qui la nascita del nuovo Consiglio Pastorale nel 1983.

Don Salvatore Nunnari svolgerà la sua intensa ed infaticabile attività di Vicario parrocchiale e poi di parroco per ben trentacinque anni fino al 1999, quando venne nominato Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi Conza Nusco e Bisaccia.

"Padre Salvatore" è stato un vero padre per tutta la comunità, un prete innamorato della sua vocazioni, dotato di un carisma particolare nel toccare i cuori di tutti e ricordare i volti e le storie delle tante persone e famiglie incontrate. Come scrive lui stesso: "Un prete passa tra la sua gente, cammina con essa, conosce le sue sconfitte e le sue vittorie, i giorni del tormento e quelli della serenità e sa che il suo posto è sempre lì, dove si deve ricostruire, nella pazienza, la gioia di un incontro con Colui che è la nostra pace e la nostra unica salvezza."

L'inaugurazione della grotta di Lourdes, dell'Auditorium e dei nuovi locali

L'8 dicembre 1984 è stata inaugurata e benedetta la statua e la grotta di Lourdes, ad opera del sig. Domenico Crucitti ed altri artisti, posta nel giardino adiacente alla chiesa.

Il 18 aprile 1985, viene ufficialmente inaugurato il Centro di Spiritualità "Stella Maris", animato dalle Figlie del Cuore di Maria, una Congregazione religiosa fondata in Francia nel 1790, con un apostolato che risponde alla sua missione nella Chiesa con le più varie forme di servizio.

Il 4 Gennaio 1986 , viene inaugurato e benedetto dall'Arcivescovo Mons. Aurelio Sorrentino l'Auditorium parrocchiale, che viene intitolato a don Bruno Pontari. Oltre all'Auditorium, vengono anche presentati i nuovi locali parrocchiali, l'attuale segreteria dell'Azione Cattolica, la Biblioteca poi intitolata a Mons.Ercole Lacava, la Sala Parrocchiale poi dedicata a Francesco Itri e la casa delle Suore Figlie della Sapienza. L'Auditorium e i locali parrocchiali sono stati presentati con una cerimonia di inaugurazione, alla presenza del parroco Mons. Salvatore Nunnari, del Sindaco on. Battaglia, del Vicario Mons. Calabrò, dell'Ing. Mario Itri, che ha progettato i vari locali e da Stefano Fazzello, vice presidente del Consiglio per gli affari economici.

Scrive il Parroco don Nunnari: "Dire grazie oggi non è un fatto dovuto ma un bisogno dell'animo. Chi vi parla interpreta la gratitudine e la gioia di tanti che questa sera vedono, nella realizzazione di queste opere, una volontà comune di insieme operare ed esprimersi nel cuore di un quartiere che sorto per essere la periferia umana, sociale e geografica della nostra città, oggi è parte integrante di essa, e per molti aspetti, una parte vivace e feconda...Le strutture che oggi Mons. Arcivescovo benedice e consegna a questa Comunità vogliono e devono essere un luogo d'incontro, di ascolto, a dialogo, di preghiera, di sano divertimento."

Il XXI Congresso Eucaristico Nazionale

Nello stesso anno, nel novembre 1986, viene celebrata in parrocchia la Missione al popolo, straordinario evento di grazia per tutti animato dai Francescani, ricordato dalla statua bronzea del Cristo redentore, Cuore del mondo, dono di don Bruno Pontari, posta all'ingresso esterno della chiesa.

Nel giugno 1988, Papa Giovanni Paolo II effettua la sua seconda visita a Reggio Calabria (dopo quella del 7 Ottobre 1984) in occasione del XXI Congresso Eucaristico Nazionale, celebrando una solenne Celebrazione Eucaristica in Piazzale Botteghelle, alla presenza di 14 cardinali, 60 vescovi, 400 sacerdoti, tra cui il Card. Carlo Maria Martini, e del presidente del Consiglio dei ministri Ciriaco De Mita.

Don Santo Marcianò nuovo Vicario Parrocchiale

Nello stesso anno, don Santo Marcianò viene nominato Vicario Parrocchiale. Don Santo sarà poi nominato arcivescovo da Benedetto XVI e verrà destinato alla guida dell'arcidiocesi di Rossano-Cariati. È attualmente Ordinario militare per l'Italia.

La parrocchia beneficerà poi di numerosi vice parroci e collaboratori che hanno amato questa comunità e hanno lasciato un'impronta indelebile. Tra di loro ricordiamo Padre Severino Kyalondawa, don Saji Kaitheckal e per ultimo don Rodolfo.

L'inaugurazione della Cappella del Santissimo Sacramento

Nel 1989, in occasione del venticinquesimo anno di sacerdozio di don Nunnari la chiesa si arricchisce della Cappella del Santissimo Sacramento, progettata dall'ing. Nino Russo. L'inaugurazione è avvenuta il 19 dicembre 1989, quando Mons.Aurelio Sorrentino ha consacrato l'altare, a 20 anni esatti dall'apertura al culto della nuova e attuale chiesa. Oltre a don Nunnari e don Pontari sono presenti numerosi sacerdoti per una Solenne Celebrazione Eucaristica, accompagnata dal canto della Corale Parrocchiale che è intitolata a "Italia Campagna", un'amica prematuramente scomparsa che ha vissuto una vita stretta a Cristo, generosa nel suo servizio in parrocchia e nell'animazione delle celebrazioni liturgiche attraverso il canto.

La dedicazione della chiesa di Santa Maria del Divino Soccorso

Il 17 marzo 1991, avviene la dedicazione della nostra chiesa parrocchiale, in una Solenne Celebrazione presieduta dall'Arcivescovo Mons. Vittorio Mondello.

Sono presenti 12 sacerdoti, il Sindaco Agatino Licandro e tantissimi fedeli. Don Nunnari è visibilmente emozionato ed esprime la sua gratitudine a coloro che hanno progettato ed eseguito i lavori e soprattutto a tutta l'assemblea. "Chi vi parla è debitore di tutti" conclude. Scrive Giusy Panetta: "È stato tutto così graduale, così ponderato; la nostra chiesa lentamente mutava, progrediva, dalla baracca, dai giardini, dal padiglione, all'edificio, alla piazza, come un giorno sereno dopo un giorno burrascoso, come un'alba, quella forza imponente, grandiosa, candida che il 17 marzo, in una domenica primaverile, dava l'avvio a un tempio rinnovato nelle strutture e anche nei nostri cuori".

Continua Marisa Delfino nella cronaca dell'evento pubblicata sull'Avvenire di Calabria del 30 marzo 1991, tra l'altro così scrive: "La dedicazione della Chiesa giunge al termine di un lungo cammino che ha visto crescere non solo la chiesa edificio ma anche una comunità che nel corso degli anni è diventata sempre di più il punto di riferimento religioso e civile per un quartiere che ha cambiato volto rispetto al passato.
Come ha ricordato anche il parroco, don Salvatore Nunnari, la nuova chiesa ha sostituito la vecchia chiesa baracca che sorgeva in mezzo all'antico orto di Sbarre, tra le case coloniche della zona. Poi la crescita demografica, le nuove case fino alle circa 2300 famiglie che vivono attualmente nella parrocchia. C'era quindi bisogno di una nuova casa più grande dove ci fosse posto per i figli che, numerosi arrivavano. In fondo una Chiesa parrocchiale è la casa dove Dio pone la sua abitazione tra gli uomini, vicino alle loro case, alle strade che percorrono ogni giorno, vicino alle loro fatiche, ai giochi dei bambini, vicino ai problemi e alle speranze di tutti... Nell'omelia, Mons. Mondello ha espresso la sua gioia per la dedicazione della chiesa ma ha ricordato a tutti che, per quanto possa essere faticosa e lunga la costruzione di un edificio materiale, è certamente assai più faticoso costruire la chiesa "edificio spirituale", cioè la chiesa comunità o meglio la chiesa comunione. Ascolto della Parola, liturgia, carità operosa; sono questi gli elementi fondamentali perché ogni appartenente alla comunità ecclesiale diventi pietra viva, segno, a sua volta, della presenza di Dio tra gli uomini."


L'apertura di Casa Accoglienza e del Centro d'Ascolto

Nello stesso anno, promossi e sostenuti dalla Caritas e dalla generosità dei fedeli della nostra comunità parrocchiale di Santa Maria del Divino Soccorso, vengono inaugurati il Centro d'Ascolto "Italia Campagna" e la Casa Accoglienza "Sac. Bruno Pontari", che diventeranno il polmone della comunità parrocchiale che si mette a servizio della parte più fragile e accoglie e risponde con amore alle esigenze dei più deboli.

Casa Accoglienza è "il polmone della comunità parrocchiale", che dopo aver ascoltato la Parola di Dio e dopo avere celebrato il Suo amore nella Liturgia desidera vivere autenticamente il Vangelo di Cristo nel servizio ai fratelli perché come dice S. Giacomo " La fede senza le opere è morta". Nell'amore ai fratelli di qualunque razza e cultura, ci si sente veramente Chiesa e si cresce come persone ed autentici cristiani.

Il motivo di fondo che spinge la Comunità in questo dono ai fratelli più feriti è quello di vivere il comandamento dell’Amore nella testimonianza concreta e fattiva della carità, facendo propria la parabola del Buon Samaritano che, vincendo l’indifferenza di quanti passano oltre, si ferma, fascia le ferite e si prende cura del suo prossimo.

Nell’anno 2020 sono stati consumati 11.351 pranzi, 2.887 colazioni, sono state distribuite 2.335 buste di viveri alle famiglie. Nell'anno 2019, prima della pandemia, sono state inoltre distribuite 1.200 buste di vari indumenti e in più sono state messe a disposizione le docce per 2.038 volte.

Il servizio di Accoglienza, che è stato avviato dalle Suore Figlie della Sapienza, viene sostenuto dalla generosità dei fedeli e viene quotidianamente garantito da una quarantina di volontari che si alternano a turni infrasettimanali, a seconda della loro disponibilità, mettendo a disposizione non solo il loro tempo ma anche la loro sensibilità ed esperienza.

Il servizio è continuato con amore e generosità anche durante il tempo pandemico del 2020/2021 con appropriate misure di sicurezza e con la modalità da asporto, come racconta un servizio dell'Avvenire di Calabria.

La visita del Presidente della Repubblica

Il 6 Giugno 1996, Oscar Luigi Scalfaro, dopo aver partecipato alla Celebrazione Eucaristica nella chiesa parrocchiale, incontra nell'Auditorium "don Bruno Pontari" il mondo del volontariato cittadino, alla presenza del Parroco don Salvatore Nunnari e del sindaco di Reggio Italo Falcomatà.

Don Salvatore rivolge il suo saluto al Presidente e ricorda "Signor Presidente, camminando attraverso l'uomo, si conoscono drammi intimi, solitudini e attese e, se il cammino ci porta a Dio, sarà Lui a rimetterci sulla strada dell'uomo, cirenei delle sue croci ma anche della sua gioia."

Don Ercole Lacava nuovo parroco

A Mons.Salvatore Nunnari successe nel 1999 il Sac. Ercole Lacava trasferito dalla parrocchia di S. Pio X in Reggio Calabria. Don Ercole rimarrà Parroco per sette anni.
Un dono generoso di amore il suo lavoro di ricerca della memoria, che la messo in luce la storia del popolo cristiano e che si è concretizzato nel 2003 con la pubblicazione del prezioso libro "La Parrocchia di S.M. del Divino Soccorso in Reggio Calabria ", edizione Kaleidon. Da questo libro è presa la maggior parte dei riferimenti storici di questo sito.

Nel settembre 2001, il Parroco don Ercole promuove la Missione al popolo "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova", ancora una volta animata dai Francescani.

La costruzione della Casa "Madonna del Sorriso" di Gornelle

Il 24 aprile 1999 viene inaugurata la Casa "Madonna del Sorriso" in loc. Gornelle, nei pressi di Gambarie, da Mons. Salvatore Nunnari, che ne ha voluto fortemente la costruzione. Aprirà ufficialmente le sue porte il 23 luglio 2000, con il campo estivo dei ragazzi dell'Azione Cattolica, accompagnati dal parroco don Ercole Lacava.

La casa sarà vissuta da numerose generazioni di ragazzi, giovanissimi, giovani e meno giovani della nostra parrocchia, che riscoprono nella bellezza della montagna anche la bellezza dell'incontro con Dio, "per Volare Alto", come recitava lo slogan di uno dei numerosi campi estivi di Azione Cattolica.

La riqualificazione del Campo Sportivo "Domenico Dascola" e l'iniziativa "Mani in piazza"

Il Campo Sportivo parrocchiale, realizzato subito dopo la costruzione della nuova chiesa, venne dedicato nel 1990 a "Domenico Dascola", figura che ha segnato la vita della nostra comunità, già Presidente di Azione Cattolica e innamorato dello sport, anche dirigente della storica Olimpia Soccorso.

Nel 2006, si svolge "Mani in piazza", un'iniziativa che vede bambini, ragazzi, giovani e adulti impegnati per riqualificare i luoghi della parrocchia. Grazie ad essa, e grazie al contributo dell'Azione Cattolica Italiana “Vittorio Bachelet” e dell'associazione sportiva parrocchiale Nuovo Basket Soccorso, nata a seguito di questa iniziativa, il Campo Sportivo "Domenico Dascola" beneficia di un'importante operazione di ammodernamento e di restyling e viene re-inaugurato e benedetto dal Parroco don Ercole Lacava. Il terreno di gioco e l'impianto di illuminazione vengono ripristinati e il Campo è stato omologato ufficialmente per il periodo olimpico da parte del Coni.

Una seconda opera di riqualifica, con sostituzione dei canestri, della zona “panchine”, alla riverniciatura del terreno di gioco, avverrà nel 2019 in occasione della Settimana Mariana e del Trofeo Marisa Nasso e Memorial Nino Delfino, evento che ha visto la presenza del Parroco don Giorgio Costantino e dell'Assessore allo Sport cittadino.

Le vocazioni sacerdotali e religiose

Uno dei tanti frutti spirituali di cui la Parrocchia di Santa Maria del Divino Soccorso è stata madre sono state le vocazioni sacerdotali e religiose nate dalla comunità. Ricordiamo come sacerdoti don Domenico Labella, don Giovanni Licastro, don Salvatore Paviglianiti, don Giacomo D'Anna, don Francesco Cuzzocrea, don Antonio Bacciarelli, don Giovanni Imbalzano, come diacono permanente Pasquale Procopio e come religiose Suor Chiara Gloria, Suor Angela Poma e Suor Antonella Prestia.

La Santa Messa su Rai 1

L'1 Marzo 2009, la Celebrazione Eucarestica, presieduta dall'Arcivescovo Mons. Vittorio Mondello, è stata trasmessa in diretta su Rai 1, un bel dono del Parroco don Giorgio, che ha messo in luce su scala nazionale le belle realtà della nostra Parrocchia, come ad esempio Casa Accoglienza e il Centro di Ascolto e l'Azione Cattolica "V. Bachelet", la cui presentazione è stata fatta da Suor Marta e Vincenzo Tripodi.

Don Giorgio Costantino nuovo parroco

A don Ercole Lacava nel 2006 succede Mons. Giorgio Costantino, già Parroco della Parrocchia di S.Sperato.

Nel marzo 2012, ha luogo una nuova Missione popolare, coordinata da don Giorgio ed intitolata "Sulle orme di Cristo", animata dal Movimento Ecclesiale "Apostoli della Parola".

Nello stesso anno, la Parrocchia si arricchisce della presenza degli Scout d'Europa, Gruppo Reggio Calabria 3, che negli ultimi hanno contribuito e animato molti aspetti della vita parrocchiale.

Nel 2017, l'Azione Cattolica celebra una storia lunga 150 anni. L'AC parrocchiale, dopo aver partecipato alla festa per i 140 anni nel 2008 con Papa Benedetto XVI, partecipa alla grande festa nazionale in Piazza S.Pietro con Papa Francesco il 30 aprile 2017.

Sempre nel 2017, il Parroco don Giorgio promuove la realizzazione in chiesa un grande mosaico absidale ad opera del compianto maestro don Giampiero Arabia, un abbellimento della Cappella del SS. Sacramento, un importante adeguamento dei locali della Sacrestia e l'installazione di un nuovo Confessionale.

Mons. Giorgio Costantino guiderà la parrocchia con amorevole cura per 14 anni, confortando e visitando gli ammalati e i più fragili, sostenendo Casa Accoglienza e il Centro di Ascolto per il servizio ai più poveri, ascoltando tante famiglie, istruendo varie generazioni di bambini, ragazzi e giovani e curando l'aspetto musicale e canoro, grazie alle sue eccellenti doti musicali.

Don Gaetano Galatti nuovo parroco

Il 10 Ottobre 2020 a Mons.Giorgio Costantino succede don Gaetano Galatti, precedentemente parroco della Parrocchia di S.Nicola di Bari a Vito.

Don Gaetano viene accolto con gioia dalla comunità in una Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'Arcivescovo di Reggio Calabria, S.E. Mons. Giuseppe Morosini, alla presenza di Mons. Giorgio Costantino.

Continua così ancora adesso una storia ancora con nuovi volti e nuovi luoghi rispetto alle origini ma con lo stesso amore verso Cristo, verso Maria, verso il prossimo, soprattutto verso i più fragili e verso tutto il territorio.
Una comunità ancora in cammino, una comunità che guarda Maria e che nelle parole di Mons. Salvatore Nunnari è "una comunità che ha una certezza: che Qualcuno ci attende e ci ha preceduto in Galilea: Cristo il Risorto!"

Fonti:
"Cari Parrocchiani..." - Un parroco scrive alla sua gente - don Salvatore Nunnari, 2000
Don Ercole Lacava, La Parrocchia di S.M. del Divino Soccorso in Reggio Calabria - Kaleidon, 2003

Gianni Marcianò, Una Vita da Parroco - don Bruno Pontari, 2015
Periodico Parrocchiale "Insieme, costruiamo la comunità" 1975-2020
Registri Parrocchiali