La piazza "Santa Maria del Soccorso"

Esistono alcuni valori universali da porre alla base del significato della presenza di una piazza, e forse un po' di storia non guasta. La piazza è da secoli luogo privilegiato di ogni aggregazione umana: nei comuni medievali confluiscono in essa i membri dell'assemblea cittadina per commentare fatti quotidiani e scelte di governo; è quindi il luogo in cui si forma la volontà popolare. Un altro valore cardine è la convivialità: sulla piazza di ogni paese che si rispetti si affacciano la Chiesa, la sede del consiglio comunale e almeno un bar, in cui giovani e anziani riuniscono per parlare di sport, intavolare confusi giochi di fantapolitica, magari soltanto una partita a carte.

Coscienza civica, convivialità .... La piazza, come ritrovo di una comunità religiosa, dovrebbe "vivere" almeno un altro valore.

Infatti, l'edificio del nostro essere cristiani non poggia semplicemente sul terreno dei rapporti umani “immediati"; basta sfogliare a proposito il Vangelo: "Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza", "Ama il prossimo tuo come te stesso", "Se anche farete questo al più piccolo dei miei, l'avrete fatto a Me...". Il valore di cui sto parlando è la fratellanza, che fa avvicinare l'uomo all'uomo non solo in base a fatti esteriori o a compatibilità, ma nel vedere nell'altro il volto stesso di Dio e nel mettersi dunque al suo servizio.

Ci sono allora tutti gli elementi per poter dire se piazza Soccorso, che ha sostituito come luogo di convegno il "caro vecchio padiglione", sia veramente portatrice di questi valori. Ognuno potrà avere una propria opinione; io posso aggiungere qualche altra riflessione: nei pochi anni di presenza in parrocchia, ho visto modificarsi completamente l'architettura di questo luogo: la piazza, le sale, il salone parrocchiale, tra poco anche la cappella.... Ma davvero le strutture facilitano l'accoglienza, o non è forse una altra rigida costruzione, quella del nostro cuore, a dover spalancare le porte? Le strutture non hanno alcun ruolo se le persone non le vivificano.

La nostra piazza è realtà variegata e in movimento, per certi aspetti anche invidiata (non tutte le comunità hanno la possibilità di una simile occasione di incontro). Molti ragazzi ne hanno fatto un crocevia, un parcheggio per altre destinazioni, e anche noi ventenni possiamo vantare il diritto di qualche sporadico "Ti ricordi di...", un riferimento a tanti amici che hanno scelto altre strade. Ad alcuni la "gente del Soccorso" ha chiesto di restare: il Signore parlava per loro, e a noi, che essa, siamo diventati parte di rimane la grande scommessa di fare ad altri lo stesso invito: "Fermati, rimani insieme a noi".

Carmine Gelonese